riccardoachilli ha scritto:
Certo il tema di chi si assume la responsabilità del debito è cruciale, perché ogni fondo creato nel bilancio ocmunitario, alal fine, lo pagano i cittadii degli Stati membri. Ed è anche vero che non si può andare avanti ad oltranza con politiche alimentate dal debito. Però credo che la proposta dell'eurobond abbia due valenze: el breve periodo, per fronteggiare una crisi di proporzioni spaventose, che nessuno Stato membro da solo può contrastare (men che meno l'Italia, con il suo carico di debito pubblico), ricorrendo all'unico strumento concettuale che abbiamo a disposizione per affrontare ed alleviare le conseguenze sociali di questo genere di crisi, ovvero il "deficit spending" di keynesiana memoria. .
Il problema del debito è cruciale ed è all'origine della attuale crisi.
Come ben spiegato in
http://www.vimeo.com/3261363 l'eccesso di indebitamento privato usa, a cui non sono estranee le politiche governative americane e la FED (anzi, ne sono la causa di fondo) è il risultato ovvio della scelta di fare meno debito pubblico possibile ma di indurre i privati a farlo.
Ma sempre debito è. Nel senso che gli eccessi li paghiamo sempre tutti.
Nel caso di ebito pubblico eccessivo, verranno meno le risorse per le politiche socliali, nel caso di debito privato eccessivo e di blocco dell'economia come ora, chi paga sono comunque i piu' deboli.
Per quanto riguarda l'efficacia delle politiche keynesiane, ci sono orientamenti diversi tra gli economisti (interessante per esempio il dibattiito su
http://www.noisefromamerika.org ) ma leggevo che ai tempi della crisi del '29 il debito pubblico americano era del 20% del PIL e quindi era possibile pensare simili politiche.
Oggi, con il 60% (e da noi con il 100%) pensare di correggere una crisi originata dal debito, facendo nuovo debito, mi pare imperversare nell'errore.
Ciao,
Francesco