... condivido questa analisi. c'è però una contraddizione nella costituzione, la cui soluzione potrebbe portare le forze politiche a cambiare la costituzione, nel senso di migliorarla nel rispetto del senso dei suoi principii fondamentali. tra questi il terzo articolo afferma che lo stato deve rimuovere gli ostacoli alla piena realizzazione della persona, la quale secondo l'art.1 si realizza nel lavoro. la contraddizione sta nel rapporto tra stato e mercato, cioè nel liberalismo. la costituzione, compromesso tra cattolicesimo e comunismo, non dice niente sulle conseguenze liberiste del mercato, che a volte presuppone la disoccupazione [per il suo funzionamento], per cui liberismo e art.1 della costituzione si contraddicono. e' naturale che ogni cambimento, nel senso di miglioramento, della costituzione, ormai debba avvenire in ottica europea. il senso di questa analisi sta nella constatazione che oggi destra e sinistra sono liberali [lo sono anche i comunisti]. il liberismo è una accettazione della realtà storica, e la confitta del comunismo [lo diceva ernesto galli della loggia pochi giorni fa sul corriere] viene identificata col crollo dell'unione sovietica, si identifica cioè comunismo e forza storica. per me il comunismo è una componente irrinunciabile del cristianesimo: essere comunista non significa abolire la proprietà privata, ma accettare che gli uomini hanno tra loro un "comune" destino [che è la universale chiamata alla salvezza], salvezza anche storica. all'interno di questo senso, trovano compiuta realizzazione idee come il nazionalismo positivo [nel senso di patriottismo] e l'europeismo. perciò solo all'interno di questa ottica si può accettare il liberismo: il comune destino viene realizzato da uomini che competono tra loro non per eliminarsi reciprocamente, ma solo per mettersi reciprocamente alla prova, allo scopo di potenziare le proprie qualità e fruttare al meglio i propri talenti.
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